domenica 21 luglio 2013

Zumstein, Parrot, Ludwigshohe, Corno Nero, Balmenhorn


Terzo giorno. All'alba usciamo da Capanna Margherita. Il cielo è velato e la temperatura nemmeno troppo rigida. In sette decidiamo di portarci a casa altre ascensioni. Chi è stato male nella notte preferisce scendere verso quote più umane.


Partenza subito in discesa da Punta Gnifetti. Raggiungiamo il piano da cui si dirama la deviazione per la Zumstein. Inizia la salita, prima su pendio ampio e poi nella parte finale su cresta, con qualche passo su roccette.



La cresta è sottile e bisogna attendere, nel caso ci siano altre cordate sul tratto.


Dietro di noi il tetto della Capanna sembra toccare le nuvole. Solo pochi minuti fa eravamo lassù. Intanto dal basso inizia a salire il serpentone di persone che seguono il nostro percorso di ieri.


A pochi metri dalla cima, ci fermiamo per lasciare il passo ad una cordata molto grossolana che spinge e ci tira colpi passando. Tanto c'è molto spazio fate pure!


Più alte di noi restano solo la Dufour e la Nordend...


Ormai siamo in cima. Zumstein 4563 m. La terza vetta del Monte Rosa. Salita molto gratificante, con un tratto, corto, ma tutt'altro che banale...


A Ovest, più basse di noi, le nord di Lyskamm e Breithorn. Più staccato il Cervino.



Marco è il primo a farsi fotografare in punta; mi devo far perdonare la scoppola inflittagli ieri sera a briscola... al torneo più alto d'Europa!


Poi anch'io mi faccio immortalare sulla cima.


Intanto Francesco ci fa la foto dal basso.



LA SCHEDA DI MEMORIA è PIENA!

Non avendola mai riempita ignoravo avesse un limite...

Tornati sulla traccia che porta alla capanna scendiamo traversando ai piedi della Punta Gnifetti verso il Colle Sesia, che lasciamo alla nostra sinistra per risalire fin sulla cresta della Punta Parrot 4432 m.

 

Ecco la mia cordata in punta.

Proseguendo sulla traccia iniziamo la discesa, stando attenti durante l'incrocio di altre cordate con direzione opposta


Un'altra breve salita ci porta sulla Ludwigshohe 4342 m, dove ci scattiamo una foto di gruppo.


La traccia sembra portarci verso i Lyskamm, ma il nostro "mirino" punta sul Corno Nero 4322 m.


L'arrivo in vetta è più tecnico rispetto a quello fatto fin ora. Si tratta di risalire un paretina di neve e ghiaccio molto ripida e poi di traversare su roccette verso la Madonnina, tratto molto esposto e spittato. (Sopra e sotto la foto con i "temerari" saliti fin quassù...)


Sotto sono io nel tratto su roccia che porta alla spalla nevosa.


Il passaggio sul Balmenhorn con la statua del Cristo delle Vette non è stata fotografata...

Un motivo in più per tornare!



sabato 20 luglio 2013

Punta Gnifetti - Capanna Margherita

Alagna. Dopo un gran pianificare, controllare meteo e condizioni del ghiacciaio, leggere ogni recensione di chi è stato da queste parti nei giorni precedenti, finalmente siamo qua in attesa di salire sugli impianti che ci porteranno sempre più in alto, fino a dove sotto i nostri piedi ci sarà solo più bianco.


Parto da quota 3260 m a raccontare la nostra avventura, più precisamente da Punta Indren, dove ci ha appena depositati l'ultimo troncone della funivia.


Usciamo dalla stazione in dodici. Ramponi, piccozza, crema solare e si parte. La capanna Gnifetti è già in vista.



Il primo tratto siamo slegati. Dietro a Flavio ci sono Samuele (la più giovane presenza sui ghiacciai del Rosa), Alberto, Giacomo e Massimo. Non inquadrati rimangono Marco, Francesco, Antonio e Adri.


Dietro di me il primo è Danilo, seguito da Ilvo.


Le nuvole vanno e vengono, mentre noi saliamo verso la Punta Giordani, quella che dovrebbe servire per acclimatarci, in vista dei prossimi due giorni. Quando la pendenza aumenta preferiamo legarci. La molta neve presente appesantisce i passi.


Sosta per la mia cordata. Adri si aggiudica da subito il premio per l'occhiale più appariscente. Il suo sguardo sarà il mese di Marzo nel prossimo calendario!


Siamo ormai con la testa nelle nuvole. Terreno e cielo fusi in una tonalità unica, possono far perdere l'orientamento.


A quota 3800 m preferiamo tornare indietro viste le cattive condizioni del tempo.


Il vuoto temporale delle mie immagini ci porta direttamente alla salita verso Capanna Gnifetti, sul tratto della cengia obliqua.


Da qui inizia la mia sofferenza. Non riesco ad inanellare più di cinque passi consecutivi senza fermarmi e appoggiarmi alla piccozza. Questo tratto lo trovo eterno.


Ma arrivo anch'io! Cena e nottata mi rimettono in sesto, pronto per la sveglia delle 4:15, anticipata dal fuso orario imposto dall'orologio di Antonio...


Oggi il tempo è stupendo e le persone sulla traccia sono... troppe.


Non fosse per il signore con gli sci in primo piano, da albese, mi sentirei in via Maestra durante la Fiera del Tartufo...


Non importa siamo anche noi tra la moltitudine di persone che stanno salendo. Da lontano il Bianco invidia tutta questa attenzione alla cugina Rosa, o forse no?



La traccia dal rifugio sale con pendenza costante fino al Colle del Lys, correndo sotto i seracchi della Piramide Vincent.

Questi sono i primi crepacci grossi e visibili, dove molta gente si ferma SOPRA per farsi fotografare...


La statua del Cristo delle Vette sembra salutarci e augurarci buona salita. Se tutto fila liscio, i nostri piani prevedono anche questa ascensione.



Magnifica e imponente rimane la linea di cresta dei Lyskamm che si innalza dal Colle del Lys alla nostra sinistra. Una delle linee più grandiose delle Alpi a portata di mano.


A metà percorso circa la pausa è d'obbligo, anche con i piedi gelati. Io tiro fuori il mio latte condensato zuccherato, che aumenta a livelli esponenziali lo stato di nausea dovuto al continuo mangiar roba dolce.


La sottile cresta della Parrot sembra richiamarci a lei... chissà... magari domani...


Ecco finalmente in lontananza la Capanna Margherita, luogo mitico per qualunque alpinista.
Alla sua vista iniziamo a scendere oltre il colle. Dopo tanto fantasticare, leggere e memorizzare, questi luoghi hanno un aspetto famigliare, senza che io ci sia mai stato.




La traccia che seguiamo si allarga in direzione della Punta Zumstein per poi ripiegare a destra, sul ripido pendio finale. Sotto, tutto il tratto che unisce il Colle del Lys alla vetta.



La bianchissima parete Nord dei Lyskamm in contrasto col grigio del Cervino. Ormai l'ossigeno vien meno ma si comincia a respirare l'atmosfera raccontata nei libri dei grandi alpinisti. I ramponi iniziano a fare il classico rumore secco di graffio sul ghiaccio.


Mi faccio fare una foto anch'io mentre decidiamo se salire su Punta Zumstein.


Voltandogli le spalle preferiamo seguire la traccia che porta verso la Punta Gnifetti e la capanna, visto che non tutti stanno benissimo.


Fermo quasi in cima mi volto ed ecco la visuale. Zumstein, Dufour, Nordend e più lontani i Mischabel... Tutte vette sopra i 4500 m di quota! Spettacolare.


Di qua Lyskamm, Breithorn, Cervino e Dent Blanche.


Davanti ai miei occhi i 4554 m di Capanna Margherita. Ricordo ancora il giorno in cui Adri mi fece vedere una foto simile a questa, di un allegato de La Stampa, chiedendomi se sapevo dov'era... E adesso siamo tutti e due qua.



E' presto, e qui il tempo si passa a far foto, giocare a briscola, cercare di non star troppo male e pianificare il giorno successivo.
Dal balcone d'ingresso scruto la Cresta Signal, del segnale, che scende fin sopra le case di Alagna. Sotto il rifugio c'è una parete enorme e verticale delimitata dalla suddetta cresta e dal Colle Sesia.


La giornata è andata bene per me. Adesso è ora di cena (18:00) poi un po' di internet (incredibile ma c'è il wi-fi) e a letto, ascoltando Confortola che legge la sua tragedia tra i ghiacci del K2, fino al momento i cui gli occhi nostri, e suoi, si chiudono.