domenica 25 agosto 2013

Cresta Skywalker - Traversette - Punta Venezia

Pensavo di non andar più in montagna in queste ferie invece...

Invece sono al Pian del Re con Flavio e Marco, pronti per salire verso il Colle delle Traversette.


Il cielo è azzurrissimo. C'è ancora la Luna...


... sopra la vetta di Punta Venezia, raggiunta solo qualche giorno prima.


Le nuvole, pian piano, si avvicinano dalla piana saluzzese.


Veloci saliamo al Colle delle Traversette. Qui parte la Cresta Skywalker, che sale verso le Rocce Fourioun, l'Aiguille Bleue e dopo aver superato il Couloir Bianco sale fino a Punta Venezia.


La cresta è lunga quasi due chilometri e il primo tratto è un susseguirsi di tracce, ghiaioni e un piccolo salto di roccia da superare usando le mani.


Marco sale dietro Flavio.


Nella direzione opposta il Granero.


Il resti del bivacco costruito sotto la punta.


Pochi passi e siamo ai 3153 m della prima vetta.


Sotto il salto di roccia che citavo prima.


La croce indica il punto più alto che toccheremo in giornata.


Noi ci siamo...


...e il Monviso pure!


Sotto si vede bene lo sviluppo della cresta.


In discesa bisogna tenersi leggermente bassi (versante francese).


Il terreno inizialmente è questo. Un continuo susseguirsi di sfasciumi e rocce da superare.


Dopo poco che si scende si incontrano tracce che portano verso sinistra, su una cengia aerea, e proseguono fino uno sperone accerchiato da spezzoni di corda, da cui probabilmente qualcuno si è calato. Non riuscendo bene a valutare il salto preferiamo tornare indietro e continuare dal lato francese, fino alle rocce lisce che si vedranno due foto più avanti.


Eccole le rocce lisce.


Dopo averle sorpassate si capisce bene il punto dove eravamo prima. Purtroppo il problema maggiore di questo errore è la perdita di tempo.


Ora siamo sotto l'Aiguille Bleue, così chiamata nella cartografia francese per via del colore delle sue rocce... Mah.


Ci leghiamo e con un breve tiro saliamo sulla guglia. Primo Flavio.


Io assicuro.


Poi Marco.


Ultimo salgo io. Da qui decidiamo di restare legati.


Finalmente si viaggia in cresta.


Inizia la discesa verso il colle del Couloir Bianco.


 Sulle rocce spuntano alcuni spit e anelli per le calate. Siamo sulla traccia giusta!



Oltre il Couloir Bianco ci tocca scendere in doppia da un gradone di circa 10-15 m. Anche qui perdiamo altro tempo. Sembrava più veloce programmandola sulla carta.


La restante parte è un continuo sali e scendi di denti e roccette.


Dopo esserci sincronizzati riusciamo a proseguire in conserva protetta, con un buon ritmo e senza tante soste.


Guardando in alto vedo cosa ci aspetta per arrivare sulla Venezia.


Mentre io davanti salgo, Flavio dietro scende.


Lo stesso fa Marco.


Eccoli che mi raggiungono.


Nonostante sembrino andare in direzioni opposte sono legati... C'è chi scende e c'è chi sale...


Ormai siamo in vetta, dopo quasi 8 ore di cresta. Speravamo che il maltempo arrivasse dopo pranzo. Mangiando alle 16:00 ci siamo assicurati di uscire dalle difficoltà asciutti!


Sul libro di vetta riconosco la scrittura di una persona salita qualche giorno prima.


Anche per me è grazie a lui se salgo quassù.

venerdì 23 agosto 2013

Anticima Rocca di San Bernolfo - via Reverso Perso -

Ultimi giorni di ferie prima di ritornare al lavoro. L'obbiettivo è sfruttare al meglio il tempo residuo.
Oggi Crede ed io, saliamo verso il Rifugio Laus. Dopo averlo superato svoltiamo a destra, alla vista del Lago di San Bernolfo.


Il facile sentiero corre nel bosco fino ad arrivare alla conca del Chiot della Rocca (foto sotto).


Da qui si lascia il sentiero e si raggiunge per pietraie il canalino erboso da si innalzano le placche della Rocca. Secondo la relazione il primo Spit è di color rosso. L'unico puntino rimasto di vernice rossa lo si nota solo una volta superatolo. Dopo aver perso molto tempo a cercar l'attacco della via (segnato nella prima foto partendo dall'alto...), iniziamo a salire.


Tutti i quattro tiri sono da circa 50 m. Il primo è di 5a.

Ecco Crede che parte.


Ormai è quasi in sosta.


Espressione concentrata.


Dal secondo tiro (5b) inizia a vedersi il Lago di San Bernolfo.


Crede mi raggiunge in sosta.


La partenza del terzo tiro è subito impegnativa. Alcuni la gradano anche 5c, fino all'uscita, di forza, oltre il gradone sopra la mia testa nella foto sotto.


Superatolo mi prendo una pausa per fotografare l'assicuratore e il lago.


Come già detto, oltre il primo muro l'arrampicata diventa più semplice.



Fino agli ultimi metri in cui tocca traversar verso sinistra.


Poche prese per le mani vengono compensate da un'ottima aderenza con i piedi.


Sosta!


L'ultimo tiro è il più semplice (4a)....



...e il più panoramico!



La via sarebbe finita, ma per arrivare in cima mancano ancora un po' di metri...

Ecco la nostra quinta sosta.


La Guglia di San Bernolfo, verso Ovest.


Gli ultimissimi metri li attacca Crede.


Procediamo in conserva.


La mancanza di una croce di vetta ci fa dimenticare di fare la foto della cordata. Davanti a noi la Rocca di San Bernolfo.


La miglior scelta per la discesa sono le calate in doppia. Scendere a piedi, come abbiamo fatto noi, comporta di disarrampicare per alcuni tratti e poi prendere la traccia che scende dritta dalla Rocca.