sabato 20 settembre 2014

Carra Saettiva - Sole d'Autunno

Carra Saettiva - 1659 m
- Sole d'Autunno -
Difficoltà 5c
Sviluppo 120 m


Come per la volta precedente, tutto era organizzato per salire la cresta Dumontel all'Orsiera.
Dato che è da un po' di tempo che non aggiorno più il blog, posso dire di averla salita, ma questo fa parte del prossimo post.
La via di oggi porta lassù, su quella pietra in bilico che ricorda molto quelle dei cartoni di Willy il Coyote. Infatti partiamo decisi per salire la via "la Pietra di Willy Coyote", ma le piogge di questa notte hanno lasciato veri e propri ruscelli che scendono sulle rocce.
Cambiamo via e saliamo la vicinissima "Sole d'Autunno".


7 tiri che partono direttamente dal bosco. All'inizio la roccia è ancora umida ma migliora col passare del tempo. Si parte con un 4+, agevolato da una pianta a metà tiro che offre un'ottima presa.


Dopo Danilo saliamo io e Paolo.


Sempre Danilo tira le prime lunghezze. La seconda è gradata 5+.


Qui siamo al breve traverso del terzo tiro (4+). Poi si torna a salire verso l'alto.


Intanto dalla sosta seguiamo il compagno. Prima con lo sguardo e poi...


... fisicamente.


Tocca a Paolo superare il piccolo strapiombo (4+).


E poi a schiacciarsi nel camino che porta alla liscia placca del quinto tiro di 5+.


Ecco la placca.




Dalla cengia che porta alla sosta fotografo Danilo. Sembra di essere in un nido.
Il tiro successivo di 4+ segna la fine delle difficoltà.


Quello che porta alla vetta è il tratto più semplice. Sulla famosa roccia, dove un particolare Willy Coyote ci recupera, termina la via.



Mi raccomando: discesa a piedi! Non perdete tempo con le doppie!

sabato 6 settembre 2014

Le Rouchon - Prises Surprise

Le Rouchon - 2929 m
- Prises Surprise -
Difficoltà D+ 5c max
Sviluppo 250 m


Doveva essere l'Orsiera e la cresta Dumontel, invece a tarda serata cambio di programma. Non siamo solo Paolino l'alpino ed io, ma come si vede nella foto sotto, anche Danilo è  dei nostri.
Allora partiamo per il Colle dell'Agnello, scendiamo in Francia per circa un chilometro e poi iniziamo l'avvicinamento a piedi.


La giornata è spettacolare. Zero nuvole in cielo. Molto strano in un'estate come questa.
Dopo una mezz'oretta di salita leggera, doppiamo il Col de Chamoussière (2882 m); il panorama che ci attende dall'altro versante è questo...


Lo slanciatissimo Roc de la Niera (3177 m), domina la vallata che sale da St. Véran e ruba l'attenzione a tutte le cime che lo circondano. Anche riflesse le altre montagne non sono paragonabili.


Noi, pochi metri sotto il colle teniamo la destra e continuiamo a camminare a mezza costa, avvicinandoci dritto per dritto al castello roccioso del Rouchon, già visibile in lontananza.


Sono circa le 10:00 e il primo tiro (5b) è ancora in ombra quando inizia Paolo ad arrampicare. Le prese per le mani sono ancora fredde, ma viste le recenti esperienze, non ci lamentiamo.



Inizia a scaldarsi, la roccia, quando partiamo noi "secondi". In alto, un puntino rosso sotto il cielo, ci fa sicura dalla S1.


Arriviamo anche noi, passo dopo passo, lassù dal puntino.


Oltre tocca nuovamente all'alpino, andar a scoprire cosa ci aspetta sul secondo tiro (5c), che termina al limitare della paretina appena salita. Dalla parte opposta si poteva comodamente salire per prati. Qui si attraversa qualche metro in piano, fino a raggiungere la sosta da cui ha inizio la terza lunghezza.


E' la mia volta. I tiri 3 e 4 sono più semplici e salgo io per primo.


Dalla sosta cerco di immortalare i miei compagni, (poco) impegnati nel superare gli ultimi metri che ci dividono.


Stessa storia sul quarto tiro.



Adesso un traverso ci deposita su un nuovo settore, a metà parete.

 

E' Danilo il primo a toccare le lisce placche che ci conducono sulla verticale della cima.
Questa, probabilmente anche per esser vista meglio, è l'unica sosta con cordone della via. Le altre sono da attrezzare.


Ora siamo noi quelli appesi che si spostano verso destra passo dopo passo, con le mani su delle sottili ma resistenti lame.


Partenza subito complicata quella del sesto tiro. Un passo di 5c segna i primi metri.


Intanto le nuvole "degli Italiani che buttano la pasta", come si dice al di qua dello spartiacque, iniziano a macchiare il cielo azzurro.


La parte alta di questa via corre su una roccia stupenda, su cui le scarpette fanno una resistenza incredibile. Pur senza averlo mai assaporato, ci sentiamo sul Pilastro Rosso del Brouillard al Monte Bianco.


Dopo il primo, avanti i secondi, anche se nelle foto sotto ci sono sempre io...



Solito tram tram. Due arrivano in sosta e uno riparte verso l'alto.


Settimo ed ultimo tiro (5c). Un susseguirsi di muri e fessure, apparentemente concepite apposta per metterci le mani dentro. Come prima, la partenza non è banale. C'è da superare un gradone apparentemente privo di appigli.


Dalla cima Danilo dice che possiamo partire, le corde sono in tiro e noi siamo assicurati.


Paolo attende un po' sotto per scattarmi alcune foto aeree.


Vedendo il compagno lassù sopra queste rocce, capisco di essere alla fine. Ancora pochi metri e uscirò sulla cima.


Prima io e subito dietro...


...l'alpino.


Le coloratissime foto ai 2929 m della vetta! Prima verso l'Ovest francese...


...e poi verso l'Est italiano.


Ora due calate, per una settantina di metri totali, ci riportano sui prati e sul sentiero, dove recupereremo tutto ciò che abbiamo lasciato alla base.


La prima calata corre su una bellissima placca, che fa venir voglia di tornar subito su!


Contiamo cinque spit alla nostra sinistra, sui 30 metri che scendiamo.


La seconda parte con poca pendenza, per proseguire nel vuoto, sotto un salto di roccia di alcuni metri.



Poi il ritorno sul sentiero e quindi verso l'auto, con lo sguardo rapito dal Roc de la Niera.


Qui il lato francese resiste alla risalita delle nuvole nostrane, dando alla montagna un aspetto severo e slanciato. 


Proseguendo nel cammino torniamo al Colle Chamoussiere, autentico balcone sulla Taillante e sul gruppo Pan di Zucchero - Pic d'Asti, oggi coperti dalle nubi.