L'arcobaleno ci illude sull'arrivo del bel tempo.
Saliti sui prati più in alto, vediamo ben definita la fascia bianca di neve.
Alzando lo sguardo trovo subito l'obbiettivo di giornata. La Tour Real, appena imbiancata, domina le rocce sopra le nostre teste.
Intanto aumenta l'intensità del vento e la pioggia diventa nevischio. L'effetto combinato rende non solo la progressione, ma anche il semplice tener gli occhi aperti, più faticosi.
Breve sosta al riparo di un rudere e si riparte con un tempo che sembra più clemente.
Arrivati al Lago Blu svoltiamo a sinistra verso il Lago Nero e verso la torre che lo domina.
Eccoli, imbiancati dall'incessante nevischio.
Il percorso "lungolago" ci permette di arrivare senza dislivello fino ai pendii sotto la montagna.
Qui il camminare diventa più difficoltoso, complici ghiaccio e neve formatisi e trasportati sulle rocce dal vento. Mamma e papà tornano indietro sul sentiero. Proseguiamo Flavio ed io.
Risaliamo sulla pietraia fin sotto il castello sommitale. La temperatura al polso è di soli 5 gradi, quella effettiva sotto lo zero.
La via da qui è segnata benissimo con tracce gialle, che seguiamo, fino ad un passaggio obbligato su un masso inclinato reso scivoloso dal momento. Non ci sono protezioni a cui vincolare la corda, soprattutto immaginando la successiva discesa.
La soluzione migliore resta quella di ritirarsi e calarsi lungo il tratto appena salito, in corda doppia. L'altimetro dice quota 2860. Solo 17 m ci separano dalla croce di vetta.
Dopo di me scende Flavio.
Nonostante il freddo alle mani è impossibile non fermarsi a scattar foto.
Tornati alla base saliamo verso la forcella a Sud della cima.
Eccola la "Torre Reale", pochi metri sopra di noi.
Il tempo migliora sensibilmente e così decidiamo di scendere dal versante opposto.
Il Pic d'Asti e il Pan di Zucchero sono già abbondantemente imbiancati.
Come la Ovest del Viso.
Il sentiero in questo versante è molto più ripido, ma, tranne per alcuni passaggi, meno roccioso.
Il ricovero degli alpini indica la definitiva fuoriuscita dalla zona più fredda e innevata.
Il Monviso, a tratti "col cappello", cattura lo sguardo.
Anche la scala sembra proiettata verso i 3845 m della sua punta.
All'interno il forte è stranamente pulito e ben conservato.
Sempre più lontani dalla Tour e sempre più vicini all'arrivo.
Il gioco di colori creatosi è stupendo. Nuvole, cielo, roccia. neve e prati in veste autunnale.
La Rocca Bianca che domina il parcheggio indica il termine della giornata e il ricongiungimento con i miei genitori che ci aspettavano alla macchina.
Giornatona incredibile. Neve, vento e freddo non ci hanno abbattuti, ma fatto assaporare i momenti più duri descritti sui libri dei grandi alpinisti. Peccato solo per quei pochi, ultimi metri.