domenica 24 luglio 2011

Cima Tommy


Domenica 24 Luglio 2011 ho partecipato, per la prima volta, al "Battesimo" di una montagna. Si tratta di una cima, tra le ultime delle Alpi Marittime, nel Vallone di Collalunga, che raggiunge m 2614 di altitudine.
E' stato emozionante il momento in cui sono state poste la targa e la foto di Tommy sul cippo della croce che si trova in vetta.  E anche commovente in quella brezza leggera e in quel silenzio che solo la montagna riesce a donare a chi lo sa cogliere.

L'itinerario parte dalla borgata di San Bernolfo, sopra i Bagni di Vinadio. La parte iniziale dura circa 40 minuti e attraversa il bosco di conifere, dal quale si esce in prossimità del rifugio Laus 1910 m.


Qui c'era il resto del gruppo venuto su il giorno prima. Tutti pronti...si riparte!


Breve discesa sul Lago di San Bernolfo e via su per i tornanti della vecchia mulattiera militare che porta verso il Colle di Collalunga.


Questa rotabile termina quasi al confine con la Francia. Proprio per questo motivo tra le due guerre mondiali sono stati costruiti fortini e casermette che dovevano essere parte del "Vallo Alpino", e si trovano ancora numerosi resti bellici, soprattutto filo-spinato. La pendenza non è molto forte infatti nella parte superiore, in cui i tornanti diventano più numerosi, nel corso degli anni si sono formati dei sentierini utili ad accorciare lo sviluppo.



Questa vallata contiene numerosi laghi. Quello nella foto sotto è il Lago di Mezzo, posto sotto la Cima Tommy.


Ecco un fortino: questo però è particolare... Oltre al forte vero e proprio davanti è stata costruita una grossa prua di nave, che a 2450 m domina sul vallone. La sua vista imponente rende fondate le voci che volevano Benito Mussolini qui per un discorso alla "Guardia di Frontiera"



Solo per provare il colpo d'occhio ci salgo anch'io.


Qui sopra si vede la Cima Tommy come appare dalla prua, mentre sotto lo sguardo raggiunge il Lago di San Bernolfo.


Dal forte appena citato si lascia la carrareccia per proseguire su sentiero in direzione della punta. La pendenza aumenta.


Si oltrepassano i Laghi di Collalunga fino a raggiungere una spalla erbosa.
Sopra le nostre teste ecco spuntare degli osservatori incuriositi...



Dalla foto sottostante si vede bene la mulattiera appena lasciata e un angolo del forte da cui parte il nostro sentiero.



Questa traccia prosegue verso il Lago di Seccia, quindi bisogna tagliare su dritti in direzione della spalla.


Sotto di noi i tornanti oltrepassati per arrivare alla prua.


In lontanaza spunta la Maladecia nel Vallone di Sant'Anna.


Ormai la vetta è a portata di mano.


Ultimo sguardo indietro.



Sulla punta era presente solo una Croce in legno, piantata in un grosso ometto.
A poca distanza da noi la Rocca di San Bernolfo. Nelle foto seguenti il primo lago con tutta la prima parte del percorso e il forte visto dall'alto, distrutto per rispettare il Trattato di Pace con la Francia.




Di seguito i video del panorama dalla vetta e dei lavori per fissare targa e foto.






Dopo il pranzo l'immancabile foto di gruppo.


Dopo la salita... si comincia la discesa, qui sopra il Lago di Seccia


L'inizio è prevalentemente su pietraia, alternata a brevi tratti erbosi o a tracce si strada militare.




Uno stambecco si lascia fotografare sopra una roccia.


Raggiunto il sentiero proveniente dal lago si sale a mezza costa su un versante prevalentemente erboso fino ad un colletto che divide la Guglia di San Bernolfo con la Croce Magnificat dalla Rocca.


Vista verso Sud dal colle.



Dal colle in meno di venti minuti si arriva sulla Guglia a 2600 m.





L'ultimo tratto di discesa inizialmente più ripido e man mano più dolce che ci riporta al rifugio.


Prima delle nuvole il versante Sud-Ovest di Rocca la Meja.


Pietraia e prati prima di tornare nel bosco.


L'albero di vetta situato in cima a delle rocce.


La Rocca e la Guglia, da sinistra verso destra


Il cerchio si chiude con la vista del Lago di San Bernolfo e l'arrivo al Rifugio Laus.


sabato 16 luglio 2011

Taou Blanc

Dovevamo andare in Val d'Ayas sul Corno Bussola ma poi l'annullamento della gita... Pazienza!
Partenza stessa ora ma nuova meta: il Taou Blanc nel parco del Gran Paradiso.


In auto si raggiunge Ceresole Reale si costeggia tutto il lago e si prosegue oltre fino al Colle del Nivolet e al rifugio Savoia a metri 2534 al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta.


Ecco la strada che porta al colle. In basso a destra si vede bene il tratto in cui il nastro d'asfalto passa sopra una diga.
Dal rifugio Savoia parte quindai la camminata. Dopo pochi minuti si apre lo scenario sulle principali vette del massiccio del Gran Paradiso.



La prima parte (facile e poco ripida) è caratterizzata da verdeggianti prati e numerosi laghi. In foto i laghi Rosset (sinistra) e Leytaz (destra).


Avvicinandosi ai 2900 m di quota lo scenario improvvisamente cambia. Dai verdi prati si passa ad un ambiente marziano con tanta sabbia e rocce dai colori sgargianti tendenti al viola e al verde. L'inclinazione del sentiero aumenta e inizia a vedersi il Col di Leynir a 3099 m.





Siamo sotto le rocce che ci porteranno fino in punta.



Incontriamo anche il padrone di casa: è un po' timido e soprattutto di poche parole!

Arrivati al colle manca ancora poco meno di un ora alla cima e visto il bel tempo ce la prendiamo comoda e scattiamo altre foto.


Verso il sottostante Ghiacciaio della Vaudaletta.


Con il pilone che indica il colle.


Sempre verso il ghiacciaio e le cime della Val di Rhemes.


Becca Tsabellinaz 3162 m.

Ultimi sforzi prima della meta. Questo tratto è il più difficoltoso. Si tratta di sfasciumi abbastanza inclinati e un passaggio di pochi metri in cui si appoggiano le mani alla roccia per l'equilibrio.


10 minuti dopo la partenza dal colle ritorna un sentiero facilissimo su un piano inclinato.



Ed eccolo il punto in cui tutte le creste si vanno a incontrare...




A picco sotto la punta ecco il Ghiacciaio di Aouille





In conclusione l'ormai classico video in punta a 360 gradi!