domenica 15 gennaio 2017

Alla ricerca della farina (in Val Maira)

Dopo giorni di vento, arriva puntuale il commento di uno scialpinista, che su internet scrive di aver trovato neve farinosa sotto al passo Sautron. Paolino non se lo perde (per fortuna) e quindi eccoci qua.


Anche se qui siamo saliti la vigilia di Pasqua dello scorso anno, andando al Viraysse, ci torno volentieri, vista la bellezza di questo vallone selvaggio.


La Provenzale, sempre impressionante, ce la lasciamo alle spalle in poco tempo.


Davanti a noi si presenta questo scenario dolo-mitico.


Intanto, risaliamo verso il bivacco Sartore, 2440 m, dopo esserci lasciati alle spalle le grange Pausa.




Alla nostra sinistra, dietro il passo della Cavalla, spunta la caratteristica sagoma dell'Autovallonasso.


L'Alpino, col nuovo e vistoso copricapo sale un po' più indietro di me.


Alle mie spalle "l'imponente" mole del Viraysse, 2838 m, con i suoi ripidi pendii, dai quali siamo scesi la stagione passata.



Superato il bivacco, decidiamo di portarci sotto le pendici del Sautron, anziché salire verso il passo che avevamo in mente, anche per vedere questa valletta da nuove angolazioni.



La scelta risulta azzeccata. Oltre a queste pareti che ci sovrastano, che fotografiamo ad ogni metro, qui la neve sembra eccezionale.


L'Oronaye, 3100 m, con la sua forma unica, l'Aiguille de Barsin, 2683 e la Pointe de la Reculaye 2779 m, dietro a Paolino.



Paesaggio sontuoso.


Mentre proviamo a salire verso delle punte alla nostra destra, vediamo sciatori scendere il pendio alle nostre spalle urlando entusiasti per la neve.


Anche Paolo si gira e insieme decidiamo di risalire quel pendio, per fare una discesa "come si deve"!


Una giornata così in un posto così... tolgono le parole.


Punto massimo per oggi. Ci prepariamo per la discesa.


Parte Paolo.



E seguo io... La neve è meglio di qualunque previsione fatta ieri da casa!


Sotto di me la traccia in cresta che abbiamo lasciato prima del dietrofront.





Paolo prende lo slancio per superare il tratto piano.


La discesa su Saretto è più povera di neve, ma grazie alla stradina arriviamo in paese senza aver rigato troppo gli sci.
Beh che dire... non mi aspettavo proprio oggi di godermi così tanto la giornata, e invece...

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