Ferrata di Claviere
Difficoltà D+
Sviluppo 750 m
Dislivello 550 m
Sul sito delle guide alpine della Val Susa l'itinerario viene descritto - come il più severo della Valle di Susa, per lunghezza, sviluppo, esposizione ed impegno.- Confermo.
Ecco il percorso stilizzato.
La partenza, appena lasciata la statale che da Cesana Torinese porta a Claviere, si presentava così...
...l'inizio di un canyon in ombra quasi tutto il giorno, con molta neve farinosa, non proprio l'ideale per passeggiarci sopra.
Dopo una quarantina di minuti siamo all'attacco. Si parte su un pilastro verticale e si traversa lateralmente per raggiungere una stretta gola. Da qui si prosegue con una sequenza di due denti calcarei, poco gradinati, sui quali il ghiaccio vitreo e la neve ferma hanno reso più tecnico il passaggio.
Alle nostre spalle la statale del Monginevro.
Ecco il primo dente visto dalla base...
...e dalla sommità.
Il cavo metallico di sicurezza, gommato per la gioia dei moschettoni, spesso si perdeva sotto cumuli di neve.
Foto della gola...
...e del secondo dente.
La polvere creata dallo spostamento di neve derivato dal nostro passaggio.
Nella foto sotto il primo, anche per ordine di difficoltà, dente, che mi ha fatto sudare nonostante la temperatura.
Adesso siamo all'uscita del segmento iniziale. Poi nel bosco.
Cavo c'è...
...cavo non c'è!
Dopo pochi minuti arriviamo alla base del restante tratto che conduce fino sopra la rocca. Ma prima un sorso di tè per scaldarci le idee.
Saliamo nuovamente. Qui i gradini sono pochissimi ma la roccia è molto ben "ammanigliata" e la mancanza non crea nessuna difficoltà.
Questo tratto è veramente semplice.
I segni del nostro passaggio alcuni metri sotto.
Lo Chaberton, mitica montagna-fortezza sul confine italo-francese.
Sto arrivando! La statale è sempre più piccola.
In lontananza si scorge l'abitato di Claviere, col suo campeggio.
Inizia ora tutto un tratto su spigolo. Mooolto aereo.
Meglio guardare in sù!
Alla mia sinistra un salto di alcune centinaia di metri contornato da pareti completamente verticali e lisce.
Il tratto di strada in cui abbiamo lasciato l'auto. Più che una Punto, un puntino!
Le difficoltà di questa fase sono soprattutto l'aver dimestichezza col vuoto.
Ultima scaletta, quella bionica! Un passaggio nella parte più alta spiega il perchè del nome.
Ultimi metri della via.
Anche Rocca Clarì è nostra! o come direbbe qualcuno - una di più, una di meno -
Dopo il pranzo una discesa in neve fresca sotto la seggiovia, con tanto di facciata nella neve per la gioia dei concorrenti della gara in corso su queste piste.
Per il ritorno alla partenza sfruttiamo il ponte tibetano più lungo del Mondo!
Niente di particolarmente complicato. 408 m di lunghezza a cui si aggiunge una variante di altri 70 m che lo rendono il primo al Mondo. Altezza media 25 m.
Questo ponte corre parallelo al canyon, al suo interno.
Sulle pareti una cascata ghiacciata.
Lo spigolo appena toccato della Rocca Clarì visto dal parcheggio.
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