Ferrata da Foresto, Val Susa
Difficoltà D-
Dislivello 250 m
Eccoci nuovamente pronti per una ferrata, quella nel "canyon" di Foresto.
Questo stretto intaglio scavato dal torrente Rocciamelone inizia appena usciti dalla borgata di Foresto. Sembra la naturale continuazione della via che ci porta alla sua base.
L'attacco del percorso dista alcune centinaia di metri dalle ultime case, i più da percorrere sul duro ghiaccio vetrato sotto il quale scorre l'acqua del Rocciamelone.
Classica sosta per indossare imbraghi, caschi e i set da ferrata; siamo pronti a procedere.
Il primo tratto è una semplice traversata della parete, sulla destra orografica, a pochi metri d'altezza rispetto il corso del torrente.
Sotto di noi i primi segnali che le cascate dell'orrido saranno ghiacciate. Era facile da ipotizzare visto il freddo intenso degli ultimi giorni.
La forza dell'acqua testimoniata dai tronchi e da tutti i pezzi di legno visti nel fondo della gola.
Si entra nella parte più caratteristica. Le pareti diventano molto vicine, e l'ambiente molto più stretto.
Il primo ponte ci porta sulla sponda opposta a quella tenuta fin'ora.
Un breve tratto piano conduce ai cavi del ponte numero due.
Eccolo.
La sottile larghezza di questa "ferita" impedisce ai raggi solari di penetrare fin qui.
Un bene per noi. Altrimenti ci saremmo dovuti scordare di vedere le cascate di ghiaccio!
Ecco la seconda che spunta. Un lungo traverso ci porta ai suoi piedi.
La stanza in cui si getta questa cascata è il posto più bello di questa ferrata.
Essendo quasi una conca non vi è neve. Quello bianco è tutto ghiaccio.
La vicinanza dei gradini e del cavo al salto dell'acqua li rende ghiacciati anch'essi, quindi molto scivolosi.
Questo tratto è un pò più duro rispetto al precedente. Parete in strapiombo e ancoraggi del cavo molto ravvicinati fanno faticare molto.
In 30 metri circa si esce sopra la cascata.
Subito una seconda davanti ai nostri occhi. Bisogna guadare il torrente e percorrere alcuni passi in leggero strapiombo.
L'ultimo ponte.
Le Marmitte dei Giganti, due pozze d'acqua in cui si può fare il bagno (è consigliato in estate), danno origine alla quarte cascata.
Oltre l'ambiente aumenta la sua ampiezza e anche la luce del sole riesce a raggiungere il fondo.
Ora rimane un lungo diedro inclinato che porta su una piccola cresta e quindi all'ultimo muro verticale.
Ripercorriamo un tratto di canyon ma dalla parte più alta.
Per la discesa una mulattiera riporta in paese.
Non è ancora mezzogiorno e a pochi km vi è la ferrata di Chianocco...Si riparte!
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