sabato 8 giugno 2013

Cima delle Rossette


Il Colle dell'Agnello non è ancora aperto ma noi, come molti altri scialpinisti, ci spingiamo fino al limite dello sbarramento di neve, a poca distanza dallo scollinamento.
Previsto mal tempo nel pomeriggio, quindi occorre approfittare della bella mattinata senza spingerci verso l'Aiguillette, troppo distante, ma restando sulle prime cime che ci troviamo sopra le teste.
Gli scialpinisti seguono tutti la traccia per la Sella d'Asti, subito a destra dell'omonimo Pic, noi preferiamo stare più a Est, salendo dritto per dritto il pendio che conduce alla Cima delle Rossette, 2905 m.


La possibilità di partire in quota e il bel tempo riempiono il piccolo parcheggio sulla strada che sale al colle.


Partiamo. I ramponi li infiliamo già dopo i primi passi. La neve è compatta e sui tratti ripidi sono essenziali.


Flavio guida il gruppo, composto da Samuele, Francesco, Marco, Ilvo ed io...
Il pendio si fa sempre più ripido...


Lassù il Pic d'Asti, con la sua forma caratteristica. Più in basso Ilvo...


... che risale sulle nostre tracce.


Sosta. Raduno del gruppo. Non faccio in tempo a posare una merendina confezionata in terra che la vedo sfrecciare verso il parcheggio. Fortunatamente ne avevo due...


Sembra di essere sulle piste, visto il numero di sciatori che salgono e scendono.


Mentre Ilvo fa a vedere a Samuele come si cammina con i ramponi dopo il Genepy...


...il duo di testa prende il largo.


Ormai siamo in punta quando il tempo peggiora rapidamente, regalandoci scorci come questi.



Vista la semplicità della gita decidiamo di impratichirci con le tecniche utili a muoversi sui ghiacciai. Quindi dopo esserci legati scendiamo sul fil di cresta.


Cordata "rossa" Marco, Ilvo ed io.


Cordata "verde" Samuele, Francesco e Flavio


Gli occhiali diventano fondamentali con tanto sole...


La cordata verde ci raggiunge. Ecco Samuele sbucare dietro alla gobba di neve.


La foto sotto inquadra il nostro percorso sulla facile cresta appena superata.


Finito il tratto di cresta facciamo una sosta. Anzi facciamo tante soste, sulle quali ci esercitiamo alle manovre di recupero a seguito di una caduta nel crepaccio.


Dopo esserci sbizzarriti costruendo varie soste e aver collaudato le nostre capacità e i nostri attrezzi ripartiamo verso il parcheggio. Ultimo imprevisto qualche chicco di grandine che ci colpisce a pochi passi dalla macchina.


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