- Piccola Peste -
Difficoltà 5c
Sviluppo 230 m
Bella giornata di arrampicata, su una delle montagne che più mi stupisce ogni volta che la vedo, e sulla quale, nonostante le numerose mie volte in cima, non rifiuto mai di salire.
Dai prati che ci portano verso le pietraie alla sua base, Rocca la Meja, ha un aspetto molto suggestivo.
Danilo ed io camminiamo in direzione dell'attacco della via Piccola Peste, che sale una parete alla destra della via normale e culmina all'altezza del canalino che risale l'ultima parte sotto della vetta.
Il primo spit, con cordino è facilmente individubile. Fa abbastanza freddo, quando lo raggiungo e anche la roccia ha una temperatura che non aiuta a sensibilizzar le dita.
Primo tiro, 50 m fino al 5b. Placca, diedro e nuovamente placca.
Danilo parte imprecando contro la roccia fredda. Bellissimo il contrasto tra pietraia e prati visto da qui.
Secondo tiro, 40 m sempre sul 5b.
Dopo essersi allargato di poco a destra, in cima gli spit riportano a sinistra verso la sosta.
La verticalità e il vuoto qui non mancano!
Roccia (dolomia) con un grip spettacolare, anche se dopo un po' le dita iniziano a consumarsi su questa "carta vetrata".
Il terzo tiro, parte con un traversino a sinistra e risale questo diedro fessurato, sul quale piazzo un friend, vista l'assenza di spit. La relazione dice 4b.
Poi 5b verso la sosta, su queste placche molto levigate.
Saliamo a piombo sulla traccia che taglia in due la pietraia.
Io, mi godo la vista dalla mia posizione.
Anche questo è abbastanza lungo, 45 m.
Oltre la fessura, la salita continua su questi muretti divisi da grosse spaccature.
Tocca a me.
Il tiro di uscita, sicuramente meno interessante dei precedenti, passa sotto questo campanile, per proseguire oltre fino ad una sosta un po' nascosta.
L'uscita dalla via verso la normale, ci crea qualche problema. Vorremmo prendere la cresta e tenerla fino in vetta, ma dopo pochi passi Danilo si trova su un pilastro completamente staccato dal resto della montagna.
Tornato indietro, proseguiamo in conserva, restando alla stessa altezza e per cenge e piccole sellette raggiungiamo la normale.
A questo punto, visto che il tempo è migliore del previsto, continuiamo la nostra salita sulla cresta che corre sopra il canalino (foto sotto a sinistra).
Nonostante il grado sia basso, troviamo due passaggi in cima a dei muretti da non sottovalutare.
Io saluto il compagno, ormai quasi in cima.
Ci siamo, ormai manca poco.
Qui il terreno è tutto sommato sempre facile, ad esclusione degli ultimi passi per raggiungere la sommità dei due torrioni.
Panorama spettacolare, verso l'alta Val Maira e l'Oronaye. In primo piano gli ultimi tratti che avevo percorso due anni fa con la neve, risalendo dal canale e dalla parete Nord Ovest
Verso Nord e il Monviso.
Foto di vetta (2831 m).
Scesi a piedi dalla normale, restiamo a fissare queste incredibili lavagne lisce da sotto.
Ultimo sguardo alla Meja, con i suo pinnacoli addossati uno sull'altro verso il cielo, sui quali abbiamo trascorso una piacevole e rilassante giornata in montagna.
Nessun commento:
Posta un commento