- Spigolo di Gaia -
Difficoltà 5c - TD-
Sviluppo 230 m
Con il meteo che assicura pioggia già dalla tarda mattinata, la ricerca di una via, con poco avvicinamento e con soste già predisposte a scendere in doppia, ci porta qui a Chiappera, alle pendici della Rocca Provenzale, 2402 m.
Dopo una passeggiata di un'oretta siamo all'attacco della via.
Primo tiro facile (4+) su placche. A metà piccolo tetto, poi sosta.
Solito effetto "foto dall'alto", che sminuisce la verticalità e mette in mostra cenge erbose che da sotto non si vedono.
Il secondo tiro (5a) sale una fessura a destra della sosta.
Oltre tocca una bella placca verticale.
Salgo io, con il nuovo casco verde fluo.
Sopra Chiappera inizia a formarsi un po' di nuvolaglia. Restano più alti Auto Vallonasso, 2885 m, e Oronaye, 3100 m.
La giornata sembra soleggiata, anche se il vento inizia ad essere più forte e fastidioso.
Danilo sale in diagonale verso sinistra, il terzo tiro (5c).
Quindi continua su un bel muro verticale molto continuo, che culmina su di un ripiano inclinato, dove si trova la sosta.
L'ultimo tratto più appoggiato del terzo tiro.
Sul quarto tiro (5c) parto io in direzione della cengia verde. Verde, perchè spostando con la mano la vegetazione inizio a sentire lo spiacevole pizzicare delle ortiche.
Comunque, proseguo oltre fino al primo spit. Non riuscendo a salire più in alto, torno sui miei passi.
Anche Danilo trova duro. Sopra lo spit è tutto troppo liscio per tirarsi su (per noi). Lui prova a bypassare qualche metro di parete, salendo nel camino alla destra e sbucando poi più in alto.
Alla penultima sosta inizia a grandinare. Dopo qualche minuto di fredda attesa, il tempo torna migliore. Via per l'ultimo tiro (5c).
Usciti sul primo tetto, che risulta più facile di quanto sembri a vederlo da sotto, si continua ancora una decina di metri verso la sosta. Oltre al tetto della foto sotto, però, ne troviamo un altro, due o tre metri sopra, impossibile da scorgere da qua, ma molto più duro di quello nell'immagine.
Ecco il diedro esposto che porta al primo tetto.
L'esposizione non manca e in più si è costretti a passare larghi verso il vuoto.
Foto in sosta e discesa veloce prima che il tempo peggiori.
La parete vista da sotto.
Primo tiro facile (4+) su placche. A metà piccolo tetto, poi sosta.
Solito effetto "foto dall'alto", che sminuisce la verticalità e mette in mostra cenge erbose che da sotto non si vedono.
Il secondo tiro (5a) sale una fessura a destra della sosta.
Oltre tocca una bella placca verticale.
Salgo io, con il nuovo casco verde fluo.
Sopra Chiappera inizia a formarsi un po' di nuvolaglia. Restano più alti Auto Vallonasso, 2885 m, e Oronaye, 3100 m.
La giornata sembra soleggiata, anche se il vento inizia ad essere più forte e fastidioso.
Danilo sale in diagonale verso sinistra, il terzo tiro (5c).
L'ultimo tratto più appoggiato del terzo tiro.
Sul quarto tiro (5c) parto io in direzione della cengia verde. Verde, perchè spostando con la mano la vegetazione inizio a sentire lo spiacevole pizzicare delle ortiche.
Comunque, proseguo oltre fino al primo spit. Non riuscendo a salire più in alto, torno sui miei passi.
Anche Danilo trova duro. Sopra lo spit è tutto troppo liscio per tirarsi su (per noi). Lui prova a bypassare qualche metro di parete, salendo nel camino alla destra e sbucando poi più in alto.
Alla penultima sosta inizia a grandinare. Dopo qualche minuto di fredda attesa, il tempo torna migliore. Via per l'ultimo tiro (5c).
Mentre continuano a cadere gocce, Danilo sale sopra la sosta, verso il primo spit e lo doppia, fino a portarsi alla base di un diedro
obliquo e verticale, chiodato perfettamente, che si supera con arrampicata molto fisica e aerea.
Usciti sul primo tetto, che risulta più facile di quanto sembri a vederlo da sotto, si continua ancora una decina di metri verso la sosta. Oltre al tetto della foto sotto, però, ne troviamo un altro, due o tre metri sopra, impossibile da scorgere da qua, ma molto più duro di quello nell'immagine.
Ecco il diedro esposto che porta al primo tetto.
L'esposizione non manca e in più si è costretti a passare larghi verso il vuoto.
Foto in sosta e discesa veloce prima che il tempo peggiori.
La parete vista da sotto.
simone ti ricordi che faevamo le elementari insieme? ti seguo sempre
RispondiElimina