sabato 1 settembre 2012

Grotta di Rio Martino

Doveva essere il giorno del Monviso ma il meteo non era allineato al nostro pensiero. Allora come si fa nelle situazioni di pioggia abbiamo ricercato un riparo. La grotta di Rio Martino è ciò che serve per non bagnarsi troppo e non sprecare un sabato.


Si entra...


All'interno si cammina molto su passerelle, utili a non bagnarsi molto i piedi, dato che l'acqua in grotta è talmente limpida che è impossibile capirne la profondità.


Le scritte sulla volta sono il segno di coloro che hanno vissuto all'interno di essa. Perseguitati religiosi e altre persone ricercate sono vissute al suo interno.


Eccone la loro opera, in questi scalini, utilizzati per rendere meno scivolosa la salita.


Con noi c'era il futuro noto speleo, Nicola Testa...


...Flavio, che apre la strada e Samuele, adesso impegnato al superamento di un piccolo salto.


Lo spegnimento delle luci di tutti e quattro è un esperimento interessante per scoprire quale sia il vero buio, quello che solo in una grotta possiamo trovare.




Le altezze non sono vertiginose ma un tuffo nell'acqua sottostante è meglio evitarlo!




Un ingegnere ambientale in una grotta con uno sbarramento d'acqua... Nemmeno un Lucano regalerebbe così tanta felicità.




L'ultima camera della grotta ha al suo interno una cascata di 40 m, che si sente già molto prima di raggiungerla. L'effetto è quello di un fiume in piena che sta arrivando a travolgerci. Per fortuna è solo un effetto sonoro...


Non trovo foto della cascata decenti. Le torce e il piccolo flash della digitale non sono bastati a immortalarla.







Ormai è sbocciata la passione!


Prima di uscire lo speleologo diventa fotografo... Così compaio anch'io nell'oscurità della grotta.



Nessun commento:

Posta un commento