sabato 20 luglio 2013

Punta Gnifetti - Capanna Margherita

Alagna. Dopo un gran pianificare, controllare meteo e condizioni del ghiacciaio, leggere ogni recensione di chi è stato da queste parti nei giorni precedenti, finalmente siamo qua in attesa di salire sugli impianti che ci porteranno sempre più in alto, fino a dove sotto i nostri piedi ci sarà solo più bianco.


Parto da quota 3260 m a raccontare la nostra avventura, più precisamente da Punta Indren, dove ci ha appena depositati l'ultimo troncone della funivia.


Usciamo dalla stazione in dodici. Ramponi, piccozza, crema solare e si parte. La capanna Gnifetti è già in vista.



Il primo tratto siamo slegati. Dietro a Flavio ci sono Samuele (la più giovane presenza sui ghiacciai del Rosa), Alberto, Giacomo e Massimo. Non inquadrati rimangono Marco, Francesco, Antonio e Adri.


Dietro di me il primo è Danilo, seguito da Ilvo.


Le nuvole vanno e vengono, mentre noi saliamo verso la Punta Giordani, quella che dovrebbe servire per acclimatarci, in vista dei prossimi due giorni. Quando la pendenza aumenta preferiamo legarci. La molta neve presente appesantisce i passi.


Sosta per la mia cordata. Adri si aggiudica da subito il premio per l'occhiale più appariscente. Il suo sguardo sarà il mese di Marzo nel prossimo calendario!


Siamo ormai con la testa nelle nuvole. Terreno e cielo fusi in una tonalità unica, possono far perdere l'orientamento.


A quota 3800 m preferiamo tornare indietro viste le cattive condizioni del tempo.


Il vuoto temporale delle mie immagini ci porta direttamente alla salita verso Capanna Gnifetti, sul tratto della cengia obliqua.


Da qui inizia la mia sofferenza. Non riesco ad inanellare più di cinque passi consecutivi senza fermarmi e appoggiarmi alla piccozza. Questo tratto lo trovo eterno.


Ma arrivo anch'io! Cena e nottata mi rimettono in sesto, pronto per la sveglia delle 4:15, anticipata dal fuso orario imposto dall'orologio di Antonio...


Oggi il tempo è stupendo e le persone sulla traccia sono... troppe.


Non fosse per il signore con gli sci in primo piano, da albese, mi sentirei in via Maestra durante la Fiera del Tartufo...


Non importa siamo anche noi tra la moltitudine di persone che stanno salendo. Da lontano il Bianco invidia tutta questa attenzione alla cugina Rosa, o forse no?



La traccia dal rifugio sale con pendenza costante fino al Colle del Lys, correndo sotto i seracchi della Piramide Vincent.

Questi sono i primi crepacci grossi e visibili, dove molta gente si ferma SOPRA per farsi fotografare...


La statua del Cristo delle Vette sembra salutarci e augurarci buona salita. Se tutto fila liscio, i nostri piani prevedono anche questa ascensione.



Magnifica e imponente rimane la linea di cresta dei Lyskamm che si innalza dal Colle del Lys alla nostra sinistra. Una delle linee più grandiose delle Alpi a portata di mano.


A metà percorso circa la pausa è d'obbligo, anche con i piedi gelati. Io tiro fuori il mio latte condensato zuccherato, che aumenta a livelli esponenziali lo stato di nausea dovuto al continuo mangiar roba dolce.


La sottile cresta della Parrot sembra richiamarci a lei... chissà... magari domani...


Ecco finalmente in lontananza la Capanna Margherita, luogo mitico per qualunque alpinista.
Alla sua vista iniziamo a scendere oltre il colle. Dopo tanto fantasticare, leggere e memorizzare, questi luoghi hanno un aspetto famigliare, senza che io ci sia mai stato.




La traccia che seguiamo si allarga in direzione della Punta Zumstein per poi ripiegare a destra, sul ripido pendio finale. Sotto, tutto il tratto che unisce il Colle del Lys alla vetta.



La bianchissima parete Nord dei Lyskamm in contrasto col grigio del Cervino. Ormai l'ossigeno vien meno ma si comincia a respirare l'atmosfera raccontata nei libri dei grandi alpinisti. I ramponi iniziano a fare il classico rumore secco di graffio sul ghiaccio.


Mi faccio fare una foto anch'io mentre decidiamo se salire su Punta Zumstein.


Voltandogli le spalle preferiamo seguire la traccia che porta verso la Punta Gnifetti e la capanna, visto che non tutti stanno benissimo.


Fermo quasi in cima mi volto ed ecco la visuale. Zumstein, Dufour, Nordend e più lontani i Mischabel... Tutte vette sopra i 4500 m di quota! Spettacolare.


Di qua Lyskamm, Breithorn, Cervino e Dent Blanche.


Davanti ai miei occhi i 4554 m di Capanna Margherita. Ricordo ancora il giorno in cui Adri mi fece vedere una foto simile a questa, di un allegato de La Stampa, chiedendomi se sapevo dov'era... E adesso siamo tutti e due qua.



E' presto, e qui il tempo si passa a far foto, giocare a briscola, cercare di non star troppo male e pianificare il giorno successivo.
Dal balcone d'ingresso scruto la Cresta Signal, del segnale, che scende fin sopra le case di Alagna. Sotto il rifugio c'è una parete enorme e verticale delimitata dalla suddetta cresta e dal Colle Sesia.


La giornata è andata bene per me. Adesso è ora di cena (18:00) poi un po' di internet (incredibile ma c'è il wi-fi) e a letto, ascoltando Confortola che legge la sua tragedia tra i ghiacci del K2, fino al momento i cui gli occhi nostri, e suoi, si chiudono.

1 commento:

  1. oh se ti danno fastidio gl altri hai solo da dirlo!!! mica è tua la montagna...sii meno polemico!

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