domenica 18 maggio 2014

Rocca Castello - Solo per Bruna -

Rocca Castello - 2452 m 
- Solo per Bruna -
Difficoltà D+ / V+ max V obb.
Sviluppo 200 m circa

Basta il nome a far sudare i palmi delle mani. "La Castello".
Così, te la trovi davanti, quando marci con direzione Colle Greguri. Una roccia slanciata verso l'azzurro del cielo.
Non la classica montagna che disegnerebbero i bambini. E' un parallelepipedo, o meglio due, affiancati, e divisi da una profonda spaccatura, almeno da questo versante.
A sinistra Rocca, a destra Torre, ma sempre Castello è.
 

Ci sono alcune montagne che mi intimoriscono solo al pensiero. Questa sicuramente si. Nonostante i gradi della via non siano di difficoltà impossibili, la sua forma, il fatto di salire nel vuoto, come mi immagino sarà la via, non mi lasciano tranquillo.

Vedo in lontananza posti noti. L'Oronaye, la Testa di Mosè per i francesi, indietro e sotto l'Autovallonasso, con la sua forma caratteristica a panettone.


Ritorno a guardare lei. Ormai siamo a Colle Greguri.


E' presto. Solo gli stambecchi ci hanno anticipato.


Scesi qualche metro oltre il colle, troviamo l'attacco della via. 

Di seguito il libro con l'illustrazione di "Solo per Bruna", e la fotografia della parete che andremo a salire.


Si vede bene l'intaglio che parte da basso e segna la porzione inferiore del "muro". Dove l'ombra diventa più grossa si trova la prima sosta, dopo 50 m. Da lì si prosegue raggiungendo dapprima un terrazzino erboso, intuibile a metà tra la parte appena descritta e il grosso diedro, anch'esso in ombra che sale verso sinistra. Oltre è una linea verticale tesa fino ai tetti, che si trovano all'uscita sulla cresta.


Parto per il primo tiro. Non sono per nulla tranquillo. Questa salita (che ancora non conosco) mi spaventa. Scendo in moulinette dal terzo rinvio.
Sale Flavio.



Dopo due immagini del primo tiro già la croce di vetta?
Purtroppo al momento di partire da secondo vedo la mia macchina fotografica rotolare giù per una cinquantina di metri, perdendo man mano dei pezzi.
Non ci voglio credere. Qui senza macchina fotografica, no!
Decido di salire e ricercarla poi al ritorno.
Arrivato anch'io in sosta, torno ad essere più tranquillo. I timori nati nella mia mente si sono disciolti con la salita. Adesso procediamo a tiri alterni, fino in cima, fino alla croce.


Fortuna mia, avevo il cellulare nello zaino.
La punta è una vera terrazza panoramica stile ultimo piano di grattacielo. Questo in particolare si affaccia sul grattacielo vicino, visibile nella foto sotto, a destra delle rocce dove sono io. E' la Torre, 4 metri più in basso.


Anche le spettacolari doppie della discesa non ho potuto fotografare, per ovvi motivi...
L'ultima poi è veramente verticale.
Tornato con i piedi per terra, libero velocemente la corda per Flavio e corro a cercare i resti della mia Lumix.
Dopo aver trovato macchina, sportellino delle pile e le pile stesse, monto il tutto.

Ecco il risultato: FUNZIONA.


Come accade dopo queste ascensioni, si passa tutto il tragitto di ritorno a girarsi indietro per vedere la montagna, la via e le rocce appena toccate.


L'unico altro spazio lo trovano loro, i veri padroni qui, immortalati con sullo sfondo il primo timido getto delle Cascate di Stroppia.


Ancora una volta mi giro. Si vede anche la Croce Provenzale, salita poco tempo fa con Crede.


Nonostante i "timori della vigilia" miei e di mia mamma in particolare, che ogni volta deve sopportare queste miei idee che la lasciano preoccupata tutto il giorno, alla fine si è rivelata essere una bellissima giornata in montagna, nella natura, come mi piace e come ricerco.

Nessun commento:

Posta un commento