domenica 8 giugno 2014

Punta Ostanetta - Via della Fessura -

Punta Ostanetta - 2375 m
- Via della Fessura -
Difficoltà D+ 5c max
Sviluppo 230m

La foto della via (segnata in rosso) stampata da cuneoclimbing.it, è rimasta in tasca fino a qui.


Dopo un'ora che camminiamo, finalmente la tiriamo fuori per vedere lo svolgimento esatto sulla roccia e portarci, quindi, all'attacco.
Il sentiero percorso, è una lunga traccia che taglia a mezza costa un pendio, raggirandolo. Entrati nell'anfiteatro naturale della parete N dell'Ostanetta la vista è così.


Qualche passo sulla neve prima di infilarci scarpette, imbraghi e legarci. Solitamente da queste parti regnano il freddo e la nebbia, ma oggi la situazione sembra migliore.


Parte Danilo. Come tutte le vie di Michelin pochi spit sui passaggi più ostici. Il resto è da integrare.


Nella foto sotto, il diedro del primo tiro.


Caratteristica delle vie di Michelin, chiodi e spit color blu.


Arrivo anch'io in sosta...


...pian piano.



Danilo supera da primo anche la fessura del secondo tiro.


Abbiamo saltato una sosta, per velocizzare la salita, unendo due lunghezze.


E' la mia volta.



Adesso sono passato io da primo. Qui oltre la fessurina iniziale solo placche inclinate.


Intanto da sotto ci ha raggiunti una cordata. Michelin - Masoero, i due che han dato il nome alla via al Granero, sulla quale ho arrampicato per la prima volta.
Oggi sono qua per far manutenzione a due vie aperte dallo stesso Michelin e così condividiamo con questi personaggi dell'alpinismo nostrano, salita e ritorno alle auto.


Siamo al tiro più fotografato della via. La vera fessura dalla quale gli apritori, per due giorni, hanno dovuto lavorare per rimuovere terra ed erbacce, per mettere alla luce questo intaglio, come ci hanno raccontato.


Oltre il tiro termina con un piccolo diedro.


Parto io, per la lunghezza che ci porterà alla base di quei tetti che ho sopra la testa.


Mentre a refrigerarci, visto il gran caldo, sale la nebbia.


Partenza ostica per Danilo. Nonostante le spiegazioni dei movimenti da parte di colui che è passato da qui per primo, continua a essere difficile superare questo passo.


Sparito sopra non riesco più a fotografarlo. Passo allora al tiro dopo, con quella fessurina che ne caratterizza l'inizio. Un nut piccolo infilato dopo pochi passi da sicurezza a chi sale.


Superato in dulfer questo muretto rimane un camino e l'uscita in sosta.


Fine della via. Sono un po' deluso, mi aspettavo di vedere la punta o almeno uscire su una cresta o in cima a qualcosa, invece siamo ad una sosta come le altre.
Pazienza. Scendiamo. Danilo parte e Michelin, con il suo leggerissimo "casco" giallo, fa le corde.


In cinque calate torniamo alla base.



La neve si avvicina sempre più.


Ecco l'ultima mia calata.


Bella arrampicata, in un ambiante che mi ha piacevolmente sorpreso. Peccato per la delusione di non sentirsi arrivati una volta in cima alla via. 
Il ritorno ad ascoltare racconti e aneddoti dei nostri due nuovi amici è la migliore conclusione di una giornata in montagna.

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