domenica 2 luglio 2017

Monte Malamot

Ero arrivato su questa vetta tanti anni fa, con una gita sociale del CAI di Alba. Già allora avevo pensato a farla in mtb e quando, qualche giorno addietro, Crede mi ha chiese se conoscevo il forte del Malamot capii che era giunta l'ora di salire con la bici.
Oggi oltre a noi due, ci sono anche Stefano, Marta e Ilenia, che saliranno a piedi partendo dalla diga del Moncenisio. Noi, più "grandiosi" iniziamo la pedalata a Bar Cenisio.


Il primo tratto di strada è abbastanza ripido ma su fondo super liscio. Poi la situazione si inverte e dal lago Arpone in poi, diventa più dolce nelle pendenze, ma con un fondo che in discesa ci spaccherà i polsi.


Superato il lago, con la sua diga, si cambia valloncello.



Al Lac de Roterel, inizia a tirare la solita aria da Moncenisio, che ci costringerà ad una vestizione immediata per non congelarci.


Ripartiamo dopo la sosta, già in vista della diga del grande lago. Da qui la strada resta per un po' a mezzacosta, per tornare a salire in prossimità del bivio con quella che arriva direttamente dal colle.


Ecco la traccia alle nostre spalle, del lungo tratto appena descritto.


Crede sale tranquillo tra una folata di vento e l'altra.



Si pedala per un po' su questo versante della montagna, sopra il lago del Moncenisio, una zona dal bel panorama garantito. Peccato per le nuvolette di oggi.



Su questa strada, di costruzione militare, capita alle volte di dover far spazio a motociclisti che salgono e scendono. Ovviamente dalle immagini si capisce il perchè del traffico.


Con le foto sono al punto in cui, superato il bivio per il lago Bianco, dove avevamo incontrato i nostri amici a piedi, proseguo da solo verso la cima, purtroppo coperta dalle nuvole e quindi non visibile. Sicuramente vedendola sopra le nostre teste qualcuno mi avrebbe accompagnato fin su.


Ammetto anch'io che fare più di 1500 m di dislivello in totale sterrato, non sempre scorrevole, è dura. Infatti inizio a pensare alla possibilità di non continuare, tenendo conto che sono da solo e stanco.


Piccola pausa meditativa ed energizzante e riparto verso l'alto. Incontrare gente che scende e ti dice che sei quasi arrivato è una bella infusione di fiducia. Supero il nevaio, quasi perenne, sotto il forte e...


...eccolo là in fondo, avvolto nelle nebbie.


Monte Malamot, 2917 m. Sono contento di essere arrivato quassù, anche se nei miei piani di organizzatore, avrei preferito condividere questo momento.


Dalla cima la vista è superlativa come ricordavo. Peccato che le nubi lascino intravedere solo piccole porzioni di paesaggio, da ricordare e assemblare come un puzzle per avere una vista definita e totale.


Le alte e imbiancate vette a Ovest, di cui no conosco il nome.


Il Lac Blanc sotto di noi. Mi tocca scendere a malincuore, per andare a vedere come stanno i miei amici infreddoliti (li ritroverò coricati al riparo di un muretto, imbacuccati che manco a capodanno!)


La discesa è molto divertente, anche se il fondo risulta parecchio accidentato. L'unico tratto in cui si scende dalla sella è l'attraversamento del nevaio.
Sotto, il forte visto dal punto in cui pranzo, assieme ai miei amici.


Ora inizia la picchiata verso valle, mia e di Crede.


Il lago sempre presente sotto di noi.


Decidiamo di non scendere dalla stradona, ma di cercare sentieri più piccoli (l'intenzione era di scendere dal Pattacreus, ma non ho visto la deviazione).


Con qualche curvetta con piedi a terra e il superamento di alcuni rododendri giungiamo sulla carrareccia che gira attorno al lago.



Da qui è lo stesso percorso dell'andata. Alcune salite inaspettate ci sfiancheranno ulteriormente ma anche la discesa, così sconnessa mi lascerà i polsi piuttosto doloranti.
Comunque giro stupendo che credo rifarò ancora!

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