sabato 4 ottobre 2014

Orsiera - cresta Dumontel

Finalmente, dopo averla pensata da qualche weekend, oggi partiamo dal rifugio Selleries per salire sull'Orsiera dalla sua cresta orientale, la Dumontel.


Fino al rifugio, dove si lascia l'auto, solo nuvole, ma dopo pochi minuti di camminata già ne siamo fuori.
Tra noi e il Monviso, più a Sud, solo un mare di nuvole.


Arrivati in prossimità del Lago del Ciardonnèt, iniziamo a vedere la punta e con lei la linea che intendiamo salire.
L'ultimo tratto prima di raggiungerla, si sviluppa su una pietraia.


Prima, la traccia conduce verso il canalone, da cui si scenderà al ritorno e poi devia verso destra, seguendo i pochi bolli azzurri, che tracciano la via.


Da qui la cresta appare così. Non molto lunga e con alcuni torrioni da superare. Si intravvede già il tratto chiave della via, su cui una corda annodata annulla le difficoltà, ovvero quel sasso piatto posto in cima alla torre principale.


Verso la bassa il panorama è questo. Rilassati dall'ambiente, attacchiamo le prime aeree rocce.


Saliamo in conserva protetta. Parte Paolo. Io devo attendere che la corda si sia distesa del tutto prima di seguirlo. L'itinerario è gradato AD, e tranne per 3 chiodi che si trovano già in loco, il resto è tutto da attrezzare.


Una miriade di spuntoni, comunque, facilitano la protezione con l'uso di fettucce.
Ogni movimento porta ad essere in Val Chisone, piuttosto che in Val di Susa. Viaggiamo sul confine tra le due valli.



Parto anche io. Sono in equilibrio sul filo della cresta.


Ogni fettuccia messa da Paolo deve essere recuperata al mio passaggio. Nonostante questo, la progressione in conserva annulla quasi del tutto i tempi morti.


Il percorso non è molto complicato all'inizio, ma sempre aereo.


Ora si distingue bene la bianca corda che divide a metà quel sasso liscio, sulla cima del torrione. Me l'aspettavo più avanti, invece sembra subito a portata di mano.


Seguendo una linea piena di sali-scendi e torrioni, come questa, capita spesso di trovarsi a scendere...


...mentre il socio contemporaneamente sale il muro successivo. Vista la pendenza di questo breve tratto, preferiamo salirlo come un normale tiro di corda.


Ancora pochi metri al passaggio che caratterizza la salita.



Dal basso, le nuvole prendono quota più veloci di noi. Manca poco all'esserne inghiottiti.


Intanto, sfruttando questo aiutino, superiamo la liscia placca.



Sono solo 3 o 4 metri ma rispetto al resto della via, senza la corda, le difficoltà sarebbero troppo elevate, specie con gli scarponi ai piedi.


Passo davanti io. L'innalzamento delle nubi mi fa sembrare in cielo.


Qualche passo di camminata sulla sottile cresta, che poco dopo torna ad impennarsi.


Dietro Paolo segue a 25 m di distanza la mia andatura.


Finito il materiale ci scambiamo nuovamente le posizioni.


Sotto i miei piedi la cresta già percorsa scompare nel grigio.


Ritornato davanti io e mi giro a fotografare il compagno su questa strana terrazza.


Breve discesa e poi schiacciati nella fessura per risalire il camino. Sono io davanti ma non riesco a passare. Alla fine capiamo che il modo migliore è togliersi l'ingombrante zaino con bastoncini annessi e passarlo al compagno salito senza, dalla fessura orizzontale. Qui la roccia è particolarmente marcia e si rischia di tirar prese che rimangono in mano.


Un'occhiata indietro sul tratto superato, adesso illuminato dal Sole.


Siamo in prossimità della vetta. Quella scura sotto è la Sud 2878 m.


Arrivati ai 2890 m della cima Nord. La cavalcata ha raggiunto la massima elevazione, la vetta, con la sua croce, con la quale ci scattiamo subito una foto.


Qualche scatto su questo curioso trampolino proteso verso il sottostante lago. Buono per dormire o...


...osservare la valle giù in basso.


Ultima occhiata alle rocce da poco toccate, prima di scendere verso il colletto che separa le due cime. Qualcuno ha lasciato delle bandierine tibetane, ben visibili già dal basso.


La discesa nel canalone che culmina al colletto non è molto simpatica. Detriti misti a ghiaia rendono tutto molto instabile.


Fortunatamente questo tratto è molto breve, poi ritorna il sentiero.


Tutto sommato un itinerario divertente e non banale, di sviluppo contenuto, perfetto per sabati come questo che anticipano la partita di calcio domenicale.

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