sabato 25 ottobre 2014

Rocca Parei - Via dei Torrioni

Rocca Parei 1600 m
- Via dei Torrioni -
Difficoltà 5c max
Sviluppo 185 m

Giornata piacevolissima nell'ennesimo nuovo cantone di monti che non conoscevo e che scopro grazie a Paolino.


Rocca Parei come sulla palina o Rocca Parey come scrivono tanti su internet?
Non importa. Adesso siamo dalla pietra bucata, che ci prepariamo, comodamente seduti su una panchina, prima di passare all'azione.


Siamo qui per la cosiddetta Via dei Torrioni, non indicata nella tabella, che vede la salita, in sequenza, dei torrioni Besselva, Torinesi, Terzago e del Gendarme. A parte il collegamento tra il primo ed il secondo di questi, la salita rimane piuttosto continua, su bella roccia, e molto divertente.


Parto io da primo. Questi due tiri iniziali, che portano sul Besselva, sono gradati 3 max, ma molti concordano nell'aumentare questo dato di almeno mezzo grado.
Intanto supero bene questi tetti, aggirandoli da sinistra. Gli spit, anche se un po' arrugginiti sono numerosi.


Arrivo in sosta, con la catena e non da attrezzare (varrà per tutta la via).
Tocca a Paolo. Anche lui, come impongono gli spit, lascia il tetto alla sua destra e continua fino alla sosta.


In punta a questo risalto termina la prima torre da "conquistare". Sono due tiri in tutto.


Noioso trasferimento di qualche minuto scarpette ai piedi e corda in mano, nella boschina. Ma dopo torna la roccia.
Torrione Terzago; 40 metri di 4 e tettino obbligatorio verso la fine.


Sono quasi al famigerato tetto. Arrivato lì, un comodo spit in alto rende il tutto meno adrenalinico.


Devo solo capire un attimo dove posso trovare le prese in uscita e la posizione dei piedi.


Ecco il tiro visto dal basso.


Sotto, invece, l'uscita dal passaggio chiave di questo tiro, con Paolo intento a superarlo.


Ancora un po' di facile placca e anche lui è in sosta.


Ci troviamo ora faccia a faccia con "i Torinesi". Dalla sosta del Terzago, occorre scendere sul lato opposto (c'è uno spit che aiuta, assicurandosi anche solo con la Daisy) e fare qualche metro per attaccare nuovamente la roccia.


Questo è il tiro di 5+. A noi non è parso molto più duro del precedente, sicuramente non tanto da giustificarne una differenza di gradazione così ampia.


Vedere tutta questa vegetazione nelle foto non mi piace molto. Sembra sempre di non essere in montagna, ma oggi mi sto veramente divertendo su questa roccia così ruvida su cui le scarpette viaggiano con sicurezza.


Mentre mi dilungo in parole, Paolo sta uscendo dalle difficoltà, prima di arrivare in sosta. Su questo tiro le corde non salgono dritte, per colpa del passaggio a metà e all'uscita chi sale da primo ha da tirare molto.


Attacchiamo il Gendarme o Via del Cappello. Riparto io, dapprima su placca, abbastanza liscia.


Poi su queste strutture che sorreggono il "cappello". (3+)


Da qui si vede molto bene la prossima sosta. E' sulla destra della foto e ha una chioma verde.


Eccola!
Decido di sostare e non proseguire per evitare la faticaccia dovuta alle corde che salgono a tornanti, anche se come lunghezza del tiro si potrebbe proseguire.


Arriva il compagno di cordata...


... che riparte subito sul liscio traverso di sinistra.


Una bella fessura corre tra la placca e il tettino. Talmente bella da esser addobbata con fiori...


Poi si ritorna verso destra, per passare sotto il cappelo e uscire dalla via.


Paolo è quasi in sosta. Le due mezze corde fanno quasi una C.


Ora salgo io e con me le nuvole.


Ultimo passaggio prima di uscire dalla via.


Tolte le scarpette, per la gioia dei nostri piedi, scendiamo camminando verso la base da cui siamo partiti. Prima seguendo gli ometti e poi nella fittissima quanto odiosa boschina.
Arrivati al fondo, presi a schiaffi da rami e rametti, facciamo pranzo e decidiamo che ancora non basta...

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