domenica 7 dicembre 2014

Punta Incianao

Finalmente!
Dopo qualche mese di cantina, per sci e attrezzatura è tornato il momento di respirare aria buona.
Il viaggio in auto è stato scandito dal movimento alternato dei tergicristalli. Arrivati ad Argentera, però, la situazione era completamente diversa.
Dopo qualche minuto per attrezzarci e abituarci al cambio di temperatura partiamo.


I primi metri tra le case poi la traccia sale nel bosco. Alle nostre il vestito invernale del versante Sud, già illuminato dal Sole.


La salita che ci interessa, invece, taglia il pendio opposto, Nord. Il labirinto di piante si alterna a radure, dove la vista può spaziare sulle cime circostanti.


Oltre si ritorna nel dedalo di rami, sotto i quali troviamo Paolo a far l'andatura.


Più attardato, io lo seguo.


Superato il limitare della vegetazione, entriamo in un aperto vallone, che culmina con la Cima delle Lose 2813 m.


Noi teniamo la sinistra, tagliando in piano verso la meta, la Punta Incianao 2580 m, che da qui non si vede ancora, essendo infatti disposta a picco sulle piste da sci dell'Andelplan, quindi più indietro rispetto alle ultime creste visibili.


Verso Nord le cime di confine con la Val Maira.


Il classico zig-zag degli scialpinisti ci agevola il superamento di questo ripido tratto.


Altro zig-zag, nero, di asfalto, quello che sale al Colle della Maddalena.



Le bianche cime, che sembrano crescere mentre noi avanziamo, danno un tocco di "alta quota" all'ambiente.




Anche la testa di Mosè, l'Oronaye si fa vedere dietro Paolo.



Salendo un versante settentrionale si è sempre al limite della zona irraggiata dal Sole, quando la pendenza non è esagerata, e così si creano questi giochi di ombre.



Passo io a condurre, anche se alla vetta manca ormai poco. L'altimetro dice ancora 50 m.


Finalmente inizio a vedere la gente ferma vicino alla croce.


E le piste da sci sotto i nostri piedi.


Scorgiamo alcune persone anche sulla Cima delle Lose.


Per essere una gita tranquilla il panorama non è per nulla male!


La croce ricoperta di neve.



E adesso.... Ciò che veramente ripaga tutta questa fatica..


Primi pendii, spettacolo. Neve farinosa e abbondante. C'è spazio a sufficienza per non intersecare linee altrui. Ad ognuno la propria.



Discesa divertentissima, anche se faticosa.
Sarà perchè non ero più allenato, ma la mia autonomia è di poche curve. Poi serve la pausa. Ovviamente con la scusa di voler far foto.




Eccoci all'inizio del bosco. Qui tutto si complica. Bisogna stare alti e portarsi a sinistra per seguire la traccia di salita. Noi riusciamo a tenerla, spingendo qualche tratto...


... fino a quando non entriamo nel stretto slalom di tronchi, degno del migliore dei tracciatori di piste!


Da qui sarà solo più una discesa alla ricerca continua di segni di passaggio e radure per orientarsi. La poca neve fa il resto. Sci (già usurati) definitivamente rovinati... 
Vedremo poi, se Babbo Natale ha inteso...


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