sabato 8 aprile 2017

Monte Maniglia

Dopo il maltempo della scorsa volta oggi la giornata appare subito diversa.
Oggi, con Paolino, abbiamo in mente di salire sul Monte Maniglia, dalla Valle Maira. Le prime luci su Oronaye e Autovallonasso, scaldano un po' la nostra uscita dal tepore dell'auto, al parcheggio.


Alla partenza troviamo Bruno e Carlo, con cui saliremo il primo tratto, poi loro continueranno verso il Monte Bellino.


Si parte dall'auto con gli sci sulle spalle per alcuni minuti. Poi neve continua, anche se minima, dalle Grange Collet.


Il momento della svolta a sinistra, verso il vallone pensile di Ciabriera. Qui ci separiamo dai due amici diretti al Bellino.


Questo breve tratto per entrare nel vallone si presenta ripido ed io scelgo di mettermi gli sci in spalla piuttosto che i rampant.


Da qui in poi la vista diventa decisamente più ampia. A destra di Paolino l'Oronaye, 3100 mt e sotto la Rocca Castello, 2453 m.


Anche in foto zoommata. Che dire ambiente super, e non siamo ancora in alto.


Il Monte Bellino, 2942 m, con la marcata traccia di salita che ne solca i pendii.


Sono contentissimo. Ad ogni passo spunta un angolo nuovo di Val Maira. Dietro di me, ad esempio, il Sautron, 3166 m.


Ghiacciai del Monte Rosa o Alpi cuneesi?


Paolino versione fluo davanti alle cime dell'alta Val Maira.


Eccoci finalmente in vista del Monte Maniglia. Veramente si vede già da più in basso, qui siamo quasi sulla sua spalla, alle Basse di Terrarossa.



Ultimo tratto in cresta prima della vetta. La fatica inizia a farsi sentire, ma quando vedi la meta c'è sempre quel ritorno di energie che credevi di aver esaurito.


Alle spalle di Paolo, la valle di Bellino, con Pelvo d'Elva, 3064 m, Rocca la Marchisa, 3072 m, fino al Faraut, 3046, personalmente, una delle gite più belle di scialpinismo, che infatti ho rifatto poco tempo fa.


Il panorama dalla vetta è magnifico. Un balcone sugli Chambeyron, divisi dalla Tête de la Frema, 3142 m.


Vetta 3177 m.


Anzi, la vera vetta è questa, anche se bisogna superare 2 roccette per accedervi.


Bellissimo.


Iniziamo la discesa attorniati da una miriade di cime bianche.


Curve ad evitare le spelacchiato, ma con sfondi da favola.



Neve traformata, primaverile. Anche la discesa è goduriosa.



Passiamo leggermente sul versante Varaita, per arrivare alla spalla.





Dalla spalla si scende in un tratto un po ripido, ma con una neve perfetta.


Fino a entrare nel Vallone di Ciabriera.





La parte bassa della discesa, ovviamente, era di neve marcia. Non importa...
Quando vivi certe giornate qualche tratto da spingere e il caldo da sopportare non sminuiscono minimamente tutto il bello che è stato.

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