mercoledì 9 agosto 2017

Cima Paganini - Fino all'Ultimo Sole

Cima Paganini - 3051 m
- via Fino all'Ultimo Sole -
Difficoltà D- (5a obb)
Sviluppo  300 m


Torno su roccia dopo un periodo di astinenza. Chiedo a Danilo di cercare una via tranquilla, non da giornata campale tipo Rocce di Meano, e lui mi propone questa "Fino all'Ultimo Sole", di cui non trovo traccia su internet. Scoprirò poi essere una via aperta da Cavallo e Buffa nel '94, con pochissime ripetizioni, forse nessuna.


Arrivati alla base della parete, dopo circa due ore di cammino e superando il Rifugio Remondino, 2430 m, capiamo che bisognerà aggirare un piccolo nevaio ghiacciato, prima di toccar la roccia.


Nessun problema ad aggirarlo. Adesso possiamo prepararci ad attaccar la via.


La temperatura alla base è fresca e il fatto di essere all'ombra non aiuta a riscaldarci.
Sul primo tiro parte Dani.


Una cinquantina di metri lo separano dallo spit di sosta, di color rosso (3b).


A fianco di Cima Paganini, l'amata (per Dani) e slanciata Nasta, a dominare sul vallone di Assedras.


Parto io infreddolito sul primo tiro.


Dalla prima sosta salgo io verso l'unico spit verde visibile da qui e proseguo oltre, fino a sparire sopra un cambio di pendenza della parete. 


Dopo 45 metri di salita e un po' di ricerca, trovo lo spit di sosta e recupero l'amico (4a).


Dani sale scaldandosi le mani. L'arietta inizia ad essere molto fredda e fastidiosa. Incredibile patire il freddo in un'estate da record di calura.



Terzo tiro, con Dani subito costretto a superare un tettino...


...quindi breve tratto di placca...


...e uscita a sinistra del risalto roccioso che sale oltre la sosta.
Tiro "decisamente" spitatto (2 spit sul tiro + spit con chiodo in sosta) e gradato 4c, anche se forse il primo tratto, dal tetto all'uscita verso sinistra (foto sotto), è risultato un po' più duro.


Raggiunta la sosta riparto per la facile traversata su cengia detritica, praticamente camminata, e sosto su due spuntoni contro la parete che risale direttamente sotto la punta principale.


Dani a ruota.


Dalla sosta, da attrezzare, continuiamo la salita in verticale...


...su facili rocce lisce, verso l'alto, seguendo la faccia sinistra di questo enorme diedro.



Sosta su spit con cordone colorato (3b).


Mio turno di salita.


Riparto io sul sesto tiro, nel quale, leggendo la relazione, troverò due spit, prima della sosta.
Inizio addentrandomi nel canalino che sale alla destra, per poi tornare alcuni passi indietro e cercar fortuna verso l'alto. Passato il primo spit, non visto e dopo aver messo qualche protezione più o meno sicura, decido di far sosta prima di salire altre rocce e trovarmi in difficoltà.
Sosta precaria su spuntoni e nut, scomodissima in cui spero di restare poco tempo.


Salito Dani, lo invito a ripartire veloce. Troverà in pochi metri lo spit mancante e la sosta. Ero, quindi sulla via giusta, bastava solamente continuare ancora un po'. La sensazione di essere fuori percorso, però mi ha bloccato. 


Salgo alla vera sosta, non potendone più di rimanere in punta di dita. 
Finalmente al riparo delle rocce e con qualche sprazzo di sole, la temperatura torna ad essere accettabile.



Manca ancora il settimo tiro (5a), su cui si avventura Danilo.


Si punta verso un piccolo tetto e poi placca, fino alla cima del pilastro.
Sul tiro, 2 spit e sosta da attrezzare.


Rimangono circa 150 m per arrivare in vetta, con passaggi di III grado. 


Ultimi passi per me, poi riusciamo ad uscire sulla normale, prima che il temporale ci colga appesi su queste rocce, anche senza toccar la vetta.


Per la cronaca al ritorno moriremo di caldo, senza veder mezza goccia d'acqua!

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